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Marciliana ossia manzera, manoscritto, Biblioteca Querini Stampalia, Venezia.

Il naviglio definito “grosso” comprendeva le navi da carico e da guerra armate solo con vele sia quadre che latine, i documenti riportano una grande quantità di tipologie come: banzonus, brigantin, buzo (buzus navis, buzonaves, buzonavis), coca, cocha, chechia, chelandrie (zalandria), gabàra, galeon, galion, ippagogo (ippegi, hippagmi), marciliana (marsiliana), martegana, nave, naviata (naveàta, nave atta), nave a cheba, nave obusiera, nave uselleria, palandra (palndria, palandron), pandora, petachio, pifero, pielego, polacca (polacha), tartana (tartanon), ussere (uscere, uschere), vascello, senza dare indicazioni certe sulla loro forma, dimensioni e armo.

Anche in questo caso, come si vede, c’è una grande confusione e incertezza causata della elevata quantità di forme e delle denominazioni spesso contraddittorie anche all’interno di uno stesso documento o disegno originale.

Alcune navi tonde e un copano, raffigurate nel dipinto di Carpaccio, Incontro dei fidanzati e partenza, del ciclo di S. Orsola. Gallerie dell’Accademia.

Navi tonde e galee alla ruota nel bacino di S. Marco a Venezia nella pianta di Jacopo de Barbari del 1500.

Vedi anche modello nave tonda.

Due particolari dello splendido disegno di una Nave da 74 cannon, di Angelo Gambin, datato: settembre 1800 conservato alla Biblioteca Querini Stampalia di Venezia. (Tratto dal libro Navi veneziane, N° cat. N 126)

Modello di fregata conservato al Museo Storico Navale di Venezia.

Vascello veneziano a due ponti, tratto da Modelli navali italiani, di Giacomo Patrone.

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email Gilberto Penzo