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 Raccolta di informazioni: scafi, relitti, manufatti ecc

 
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Il trabacolo (trabaccolo) Francesca Valeria con gli occhi strappati, prima della sua distruzione.

L’altra fonte diretta di informazioni è ovviamente la barca o il relitto, fortunatamente possiamo ancora contare su qualche decina di scafi originali, mentre altri – i più belli e più grandi come i trabacoli e i burci - ridotti a relitti sono stati definitivamente distrutti a colpi di benna senza che se ne sia salvato neanche un frammento. Di loro esistono ora solo i ricordi, le foto che abbiamo scattato e pochi appunti fortunosamente raccolti.

 

Another important source of information is obviously the boat or the wreck. Fortunately we can still count on some tens of original vessels, while others - the largest and most beautiful like the trabacoli and the burci that were reduced to wrecks - have been definitively destroyed without leaving a single fragment. All that remains of these vessels are memories, the photographs we have taken and a few notes we were lucky enough to find.


 

Rilievo  di un trabacolo (trabaccolo)

Survey of a trabacolo (trabaccolo)

Queste sono perdite irreparabili perché la quantità di informazioni che un relitto può darci è enorme, a patto ovviamente di saperlo interrogare con umiltà, senza idee preconcette, con il massimo acume, passando in continuazione dal generale al minimo particolare da non trascurare. Il risultato è quindi direttamente proporzionale alla capacità di osservare ogni indizio e di porre domande: un segno d’usura, la posizione di un ombrinale, la traccia di un attrezzo possono essere rivelatori di un uso, di una tecnica o di una sequenza costruttiva. In sintesi, il relitto ci dà le risposte, la sfida che dobbiamo raccogliere è trovare le domande che hanno prodotto quelle risposte.

 

Le difficoltà maggiori del rilievo sono ovviamente di ordine fisico e logistico, barche e relitti sono manufatti a volte molto grandi, scomodi da disegnare e fotografare, quasi sempre arenati semisommersi ai lati di secche, inclinati e deformati dall’abbandono, circondati da “indigeni” che non si convincono facilmente sulle nostre disinteressate motivazioni.

 

Solo nei casi più fortunati di scafi ancora in servizio, convinto il proprietario, si può lavorare in condizioni migliori in cantiere o in una rimessa, riuscendo in questo modo ad osservare e rilevare lo scafo anche dall’esterno, fondo compreso. Non vanno tralasciati di rilevare anche le parti mobili come timoni, forcole, remi, vele, antenele; fino agli attrezzi, ai chiodi, addirittura ai frammenti di imbarcazione e ai modelli.

 

Questo per spiegare che la realizzazione di un rilievo passabilmente veritiero richiede molte giornate di lavoro, la collaborazione di più persone, ottima manualità, precisione al limite della pignoleria, oltre che alla conoscenza del disegno tecnico, di quello a mano libera, e della modellazione digitale a due e tre dimensioni, ecc. Non ci sorprende quindi che parecchi fra i disegni che abbiamo esaminato si siano rivelati inattendibili, molto lontani dall’originale almeno tanto quanto l’autore o lo era dalla barca.

 

Grazie anche a quanti ci hanno aiutato, siamo riusciti a portare a temine un certo numero di questi rilievi o almeno un reportage fotografico, ma restano comunque molte tipologie ancora da rilevare seriamente prima che scompaiano, per le quali le collaborazioni sono gradite e sollecitate. mail

 

These are irreparable losses because a wreck can give us an enormous amount of information, as long as it is interrogated with humility, without preconceived ideas, with the maximum acumen, continually moving from a general perspective to the smallest detail. The result is therefore directly proportional to the ability to observe every clue and to ask questions: a mark where an object has been worn, the position of a scupper, the marks left by a tool can reveal a use, a technique or a sequence used in construction. In short, the wreck provides us with answers; the challenge is to ask the right questions.

 

The greatest difficulties in surveying a wreck are obviously physical and logistical: boats and wrecks are sometimes very large, difficult to draw and photograph, nearly always semi-submerged on the side of sandbanks, leaning over and deformed by neglect, and surounded by 'natives' who are not easily convinced that our reasons for examing a boat are disinterested.

 

Only in the luckiest cases of boats that are still in use, whose owners understand our motivations, can work be carried out in the best conditions: in a boatyard or boathouse, where the external parts of the boat - including the bottom of the hull - can be examined and surveyed. The removable parts of the boat should not be forgotten: the rudder, forcole, oars, sails, masts; even the rigging, the nails. Fragments of boats and models are also surveyed.

 

This is to explain that a reasonably accurate survey requires several days' work, the cooperation of several people who are good at working with their hamds, precision verging on pedantry, as well as the ability to make technical drawings, freehand sketches and 2D and 3D digital modelling, etc. It is not surprising, therefore, that many drawings we have examined have proved to be unreliable, as distant from the original as the draughtsman from the boat.

 

Thanks to the those who have helped us, we have been able to conclude a number of these surveys, or at least a photographic report. However, there are still many types of boat that need to be surveyed before they disappear completely.

 

Please contact Gilberto Penzo veniceboats@gmail.com if you would like to contribute to this research.

 

Rilevo baglio di un bragosso (bragozzo).

Survey of a beam of a bragosso (bragozzo).

Una benna strappa l’asta...

The destruction of a trabacolo.

 

Relitto di un bragosseto

Wreck of a bragosseto

Rilievo di un burcio  (burchio)

Wreck of a burcio

Penzo a bordo di un relitto....

Penzo examining a wreck

Relitto di bragosso (bragozzo)

Drawing of a wreck of a bragosso (bragozzo)


 

 

Le parti mobili delle imbarcazioni come: vele, timoni, forcole, remi, pareci di gondole, ecc. sono, come gli scafi, una fonte inesauribile d’informazioni per ricostruire la storia della nostra marineria. Anche in questo caso bisogna rilevarle e schedarle accuratamente prima di procedere a qualsivoglia restauro o conservazione museale.

 

 Catalogazione degli arredi (pareci) delle gondole della Casa Reale

Lumi, cavalli e codega delle gondola di Casa Savoia

Nel 1998 assieme a Gianfranco Munerotto, abbiamo avuto l’incarico dalla Soprintendenza per i Beni Ambientali e Architettonici di Venezia, di catalogare i pareci, cioè di tutte le parti mobili d’arredo, delle gondole di Casa Savoia conservate nei depositi dell’ex Palazzo Reale di Venezia.

Ogni reperto è stato catalogato, misurato e fotografato, e schedato secondo le direttive Ministeriali. Particolarmente complessa è stata la ricomposizione di parti gravemente deteriorate dei felse e delle poltroncine.

 

Portella del felse della gondola di Casa Savoia

 
         
         
         
 

email Gilberto Penzo