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 Cantiere Storoni, Pesaro

 
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Giovanni Storoni, detto Ciross, 1876-1937

 

Alberta Storoni Corsino, Al porto di Pesaro. Memoria e vita quotidiana del primo ‘900,   

Collana “Rerum maritimarum”, quaderno n. 2 Museo della Marineria W. Patrignani. Pesaro, 2008, diretta da M. L. De Nicolò.

La pubblicazione è in vendita presso il Museo della Marineria "W. Patrignani" di Pesaro.

 

Riceviamo e volentieri segnaliamo questo interessante libro di Alberta Storoni che descrive, con la freschezza e la nitidezza che solo i ricordi d'infanzia sanno mantenere, il cantiere dei nonni e del padre e la sua giovinezza a Pesaro.

Il racconto, simile a quelli ascoltati dalla voce di altri costruttori, descrive un mondo duro, fatto di impegno totale e di fatiche difficili anche solo da immaginare per noi figli del benessere, ma pieno di maestria e di orgoglio per un mestiere che da sempre è una delle più alte espressioni della genialità umana.

Il cantiere fu fondato nella seconda metà dell'800 da Domenico Storoni nato a Pesaro nel 1839 e morto nel 1920, al quale si sono succeduti i figli Giovanni e il fratello Alberto, ed infine Aurelio figlio di Giovanni e padre dell’autrice.

Costruivano all’aperto, con qualsiasi tempo, i meravigliosi trabaccoli che vediamo nelle immagini d’epoca, come la Madonna delle Grazie, il Redenta e il “Silvio” di 35 tonnellate di stazza lorda varato nel 1935.

L’attività terminò forzatamente quando, nel 1936, il terreno venne requisito dal Podestà locale in cambio di una misera cifra di rimborso senza dare altri spazi in alternativa. Tutto il materiale invenduto fu stipato in un magazzino chiamato il cimitero dal nonno di Alberta che di lì a poco morì.

Varo del trabaccolo Silvio, nel 1935.


 

Varo di un trabaccolo nello squero Storoni di Pesaro, al centro della foto il maestro d'ascia Aurelio Storoni con in braccio la figlia Alberta, autrice del libro.

 


 


 

 

email Gilberto Penzo