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Vaporetti, Bigliettai infedeli

 
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  Rassegna stampa ACTV
  Bigliettai infedeli
 

Bigliettaio ACNIL in divisa, 1934

Biglietteria automatica 2010

Imob, bigliettazione elettronica, possibilità di pagare on line, acquisto di biglietti per eventi ecc. sono le innovazioni introdotte da Vela, la sezione di ACTV destinata solo ai "titoli di Viaggio",  come però si ostinano a chiamarli con linguaggio burocratico-ottocentesco. I passeggeri sono controllati con molta frequenza, vengono comminate multe salate ai trasgressori, pero chi controlla i controllori?... Non ricordo in passato una così grande numero di bigliettai denunciati per aver sottratto impunemente decine di migliaia di euro alle casse o derubato i passeggeri con resti inferiori al dovuto. Comunque doveva essere un andazzo che continuava da molto tempo se sono stati avvisati anche quelli di Striscia la Notizia, la trasmissioni di canale 5, che denuncia quotidianamente sprechi e ruberie, e alla quale purtroppo il lavoro non manca.

(aggiornamento) Sembra che la soluzione sia stata trovata: si chiuderanno le biglietterie! 


 

Soldi portati via dalla cassa dell'ufficio:
licenziato un dipendente dell'Actv

Abita a Chioggia e si sarebbe impossessato di 9mila euro
La giustificazione: errore dovuto a una contabilità confusa

 

VENEZIA - Actv gli ha contestato di essere appropriato di parte del denaro conservato nel fondo cassa dell’ufficio, per un ammontare complessivo di circa 9mila euro. Un dipendente del servizio oggetti smarriti di Veneziaè stato licenziato e ora il suo caso è finito davanti alla sezione lavoro del Tribunale di Venezia. I suoi legali, gli avvocati Leonello Azzarini e Diana De Benedetti, hanno già impugnato il provvedimento di licenziamento rienendolo ingiusto e immotivato e hanno chiesto il reintegro del dipendente in azienda. La prima udienza si è già tenuta davanti al giudice Paola Ferretti, che ha rinviato il caso a settembre, in attesa che i legali dell’Actv e quelli del ricorrente trovino una possibile soluzione.

Il dipendente, residente a Chioggia, si è giustificato sostenendo che non era sua intenzione sottrarre il denaro del fondo cassa dell’ufficio oggetti smarriti: non appena scoperto, tra l’altro, ammise immediatamente e precisò che l’ammontare del denaro mancante era superiore a quello che gli era stato contestato. Ai suoi superiori spiegò che vi era una certa confusione nella contabilità e che sarebbe stata questa la causa dell’errore, non voluto, a suo dire, dalla volontà di appropriarsi del denaro dell’Actv. I suoi legali hanno fatto presente al giudice anche le difficoltà connesse ad una particolare situazione personale e familiare: «Auspichiamo che si possa trovare un accordo con l’azienda per la ricollocazione del nostro assistito», ha dichiarato l’avvocato Azzarini.

Il caso approdato davanti al Tribunale del lavoro è uno dei recenti di una lunga serie venuti alla luce negli ultimi anni, nei quali sono rimasti coinvolti principalmente bigliettai accusati di fare la "cresta" sui resti, oppure di non aver versato gli incassi della biglietteria. Grazie ai sistemi informatici per Actv è molto più facile accorgersi di eventuali ammanchi rispetto al passato.
 
Il Gazzettino Sabato 28 Luglio 2012 

Il Gazzettino 26 10 2011

Bigliettaio Actv licenziato dopo il servizio
di Striscia: per il tribunale va reintegrato

"Creste" sui resti ai turisti, la sentenza: provvedimento
illegittimo e azienda condannata a risarcire i danni

di Gianluca Amadori

VENEZIA - È illegittimo il licenziamento del bigliettaio Actv che nell’ottobre del 2009 finì nell’occhio del ciclone a seguito di un servizio del tg satirico Striscia la Notizia. 

Lo ha stabilito il giudice Margherita Bortolaso della sezione lavoro del Tribunale di Venezia, la quale ha ordinato all’Azienda veneziana dei trasporti di reintegrarlo nel posto di lavoro. Actv è stata anche condannata a pagare un risarcimento danni pari al numero di mensilità di retribuzione dalla data del licenziamento all’effettiva reintegra, oltre alla rifusione delle spese di lite, quantificate in 4500 euro.
Le motivazioni della sentenza, considerata la complessità della questione, saranno depositate tra sessanta giorni.

Valter Veronese, dipendente Actv fin dal 1980 (poi distaccato a Vela) fu licenziato all’inizio del 2010 a seguito di due episodi che ebbero grande risalto mediatico, grazie a Striscia la Notizia. Il primo riguarda la questione dei cosiddetti "resti" che sarebbero stati trattenuti (anche da altri bigliettai) approfittando di alcuni turisti sprovveduti per fare la "cresta"; il secondo un litigio che si verificò alla biglietteria di San Marco-calle Vallaresso con un attore di "Striscia" fintosi turista, presentatosi allo sportello con 650 monetine da 1 cent per pagare il biglietto: a Vianello fu contestato di averlo apostrofato pesantemente e spintonato facendolo cadere a terra.

I legali del bigliettaio, gli avvocati Diana De Benedetti e Leonello Azzarini, hanno presentato ricorso al Tribunale contestando la sproporzione tra le contestazioni rivolte al suo cliente e il provvedimento di licenziamento. Davanti al giudice hanno sostenuto che il loro cliente è stato trasformato in "capro espiatorio", considerato che tutti gli altri bigliettai coinvolti nel servizio televisivo sarebbero tutti rientrati in servizio.

Actv si è costituita a giudizio chiedendo il rigetto della richiesta e ha rilanciato sollecitando la condanna del bigliettaio al risarcimento del danno d’immagine patito dall’azienda. Il legale dell’azienda, video di "Striscia" alla mano, ha sostenuto che il comportamento del bigliettaio fu grave e il provvedimento di licenziamento del tutto giustificato. Il Tribunale, però, non è stato dello stesso avviso. Per conoscere le motivazioni della decisione bisognerà attendere due mesi.

Mercoledì 26 Ottobre 2011 - 13:57   

 

 

BIGLIETTERIE ACTV Ancora aperte molte inchieste della Procura

FURBETTI Un anno e otto mesi per il chioggiotto arrestato un anno fa con l’accusa di peculato

Cresta Actv, bigliettaio patteggia

Il dipendente vendeva tagliandi per l’aeroporto anzichè di corsa semplice e intascava la differenza


Il Gazzettino, Giovedì 7 Luglio 2011,

Un anno fa era stato arrestato sul fatto, a Piazzale Roma, mentre faceva la "cresta" sui biglietti del bus per l’aeroporto. Ieri ha chiuso i suoi conti con la giustizia con un patteggiamento: un anno e 8 mesi, con la sospensione della pena, per peculato. É finito così l’ennesimo processo all’ennesimo dipendente infedele dell’Actv. Il protagonista, stavolta, di chiama Giuliano Cavallarin, di Chioggia, una lunga carriera nell’azienda del trasporto pubblico alle spalle. Fino al 2 luglio dell’anno scorso, quando i carabinieri lo "pizzicarono" a vendere biglietti da un euro e 10, al costo di 2 euro e 50. Il giochetto si basava tutto sulla diversa tariffa prevista da Actv per la tratta Venezia - Tessera (1.10) e Venezia - aeroporto (2.50). Il bigliettaio approfittava, in particolare, della clientela straniera, smerciando biglietti per Tessere al costo di biglietti per l’aeroporto, e si metteva in tasca la differenza di un euro e 40 al colpo. I primi a sospettarlo erano stati gli stessi ispettori dell’Actv, anche a fronte di incassi incongruenti rispetto al numero di viaggiatori. Per questo, l’azienda si era rivolta ai carabinieri del Nucleo di polizia tributaria, già esperti in "furbetti" di Actv. Ed erano stati loro a tenere d’occhio Cavallarin e a far scattare le manette. Peculato l’accusa contestata, fin da subito, dal pubblico ministero Giorgio Gava. In seguito Cavallarin era stato scarcerato, ma anche licenziato in tronco da Actv.
      Per la cronaca, l’interessato ha negato di aver fatto la "cresta" sui biglietti, sostenendo che la colpa era dei clienti poco chiari che dicevano Tessera e non aeroporto. Una versione che non ha mai convinto il pubblico ministero Gava che, al termine delle indagini, ha chiesto il rinvio a giudizio dell’ex dipendente. E ieri, al momento dell’udienza preliminare, Cavallarin ha preferito patteggiare la pena. Il suo difensore, l’avvocato Chiara Fenzo, e il pubblico ministero Gava si sono accordati su una pena di un anno e 8 mesi, poi applicata dal giudice per l’udienza preliminare, Luca Marini. In udienza si è costituita parte civile anche l’Actv, con l’avvocato Marco Vianello. E il giudice ha disposto che Cavallarin paghi pure le spese legali dell’azienda. La pena è stata sospesa, ma per l’ex dipendente non finirà qui. Actv, infatti, ha intenzione di avviare una causa civile per il risarcimento del danno che ha calcolato in 65.000 euro. Il sistema delle "creste" infatti sarebbe andato avanti da tempo, portando via una bella fetta di incassi all’Actv. A colpi di un euro e 40 alla volta...

 

LE ALTRE INCHIESTE

Oltre venti lavoratori
indagati in circa tre anni


 

Il Gazzettino, Giovedì 7 Luglio 2011,

Sono più di venti i lavoratori di Actv e Vela coinvolti nelle inchieste di presunte appropriazioni indebite sulla vendita di biglietti. La prima indagine risale al 2008 quando i carabinieri "incastrarono" sette dipendenti in servizio nelle biglietterie più gettonate di Venezia, che facevano la cresta sul resto soprattutto ai turisti. Un anno più tardi, nel 2009, fu "Striscia la notizia" ad immortalare a San Marco quattro bigliettai mentre intascavano dai turisti più del dovuto proprio "barando" sui resti. Poi ci fu la storia di un marinaio di Chioggia che fabbricava i biglietti in casa con lo scanner, poi arrivò lo scandalo dei bigliettai in servizio al ferry-boat del Tronchetto e del Lido, accusati di gestire a loro modo gli imbarchi. Durante l’estate scorsa la denuncia di due cassiere di Vela che avrebbero intascato somme indebite prima di essere segnalate dall’azienda in Procura.

 



 
BIGLIETTERIE VELA La donna è accusata di aver sottratto 60mila euro falsificando le firme
Perizia calligrafica per l’ex cassiera
Secondo il consulente della difesa quelle sigle sarebbero autentiche, con una sola eccezione

Il Gazzettino, Venerdì 20 Maggio 2011,
È accusata di essersi appropriata di 60 mila euro dalle casse di Vela, la società che gestisce le biglietterie di Actv, approfittando della sua funzione di addetta ad una rivendita di biglietti. Anna C., 23 anni, è finita sotto processo per peculato: a chiedere il suo rinvio a giudizio è stata il sostituto procuratore Paola Tonini e, ieri mattina, davanti al gup Roberta Marchiori si è aperta l’udienza che la vede imputata. Secondo la pubblica accusa, la ragazza avrebbe falsificato le sigle dei cassieri dell’istituto bancario presso il quale avrebbe dovuto depositare gli incassi della biglietteria, intascandosi ingenti somme, quantificate complessivamente in circa 60 mila euro.
      Il difensore della giovane, l’avvocato Matteo Garbisi, ha però depositato una consulenza tecnica eseguita da una esperta calligrafa, secondo la quale le sigle apposte sulle ricevute dei versamenti effettuati dalla bigliettaia sono autentiche, salvo in un solo caso, nel quale risulta essere grossolanamente falsificata. Il risultato di tale consulenza contraddice le dichiarazioni degli stessi cassieri, i quali hanno misconosciuto le sigle rinvenute su quelle ricevute. Ieri mattina il pm Tonini ha chiesto un differimento dell’udienza per studiare i risultato della consulenza tecnica e il processo è stato rinviato al prossimo 25 maggio.
      Nel frattempo Vela ha licenziato la giovane dipendente che, finora, ha preferito avvalersi della facoltà di non rispondere davanti ai magistrati. Il suo difensore sta cercando di dimostrare che la bigliettaia non si è intascata neppure un euro.
      La vicenda di Anna C. è una delle molte venute alla luce negli ultimi due anni: varie inchieste della procura hanno fatto finire sotto inchiesta numerosi bigliettai di Actv e Vela, accusati di aver escogitati svariati meccanismi per fare la "cresta" sugli incassi. Si è verificato il caso di biglietti del ferry boat "ricilati" o fotocopiati, oppure di utenti abituali fatti imbarcare dietro pagamento del biglietto, ma senza il rilascio di alcuno scontrino; mentre i dipendenti di alcune biglietterie del centro storico sono stati accusati di aver "rifilato" ad ignari turisti biglietti elettronici di traghetto da 2 euro al posto di quelli ordinari da sei euro e mezzo, intascando la differenza di 4,5 euro. Alcuni di questi sono già stati giudicati; altri aspettano la chiusura delle indagini preliminari.

 


 

FURBETTI La scoperta mentre l’impiegato era in ferie: aveva scordato il rendiconto sulla scrivania
 
Truffa da 600mila euro ad Alilaguna
 
Un ex dipendente è accusato di aver sottratto l’ingente somma facendo la cresta sui biglietti

Il Gazzettino, Giovedì 28 Aprile 2011,
È accusato di aver sottratto 600 mila euro dalle casse di Alilaguna. Si avvicina l’ora del processo per un ex dipendente della società che si occupa del collegamento acqueo di linea con l’aeroporto di Tessera: il sostituto procuratore Paola Tonini ha chiuso le indagini preliminari e gli contesta il reato di peculato.
      I comportamenti illeciti sarebbero proseguiti a lungo e furono scoperti casualmente, poco più di due anni fa: durante un periodo di ferie, il dipendente aveva dimenticato sulla scrivania i propri rendiconti bancari da cui risultavano ingenti versamenti e prelievi di denaro, non compatibili con lo stipendio di Alilaguna. Scattarono i controlli e l’uomo, messo alle strette, confessò di essersi appropriato complessivamente di circa 600 mila euro, facendo la "cresta" sugli incassi della vendita dei biglietti. Dopo aver ammesso gli addebiti, il dipendente rassegnò le dimissioni e restituì gran parte del "maltolto", più di 550 mila euro. Per cercare di recuperare il restante, Alilaguna ha già avviato una causa civile ottenendo dal Tribunale l’emissione di un decreto ingiuntivo al quale è stata presentata opposizione da parte del difensore dell’indagato, l’avvocato Giovanni Fabris. 
      Sul fronte penale, il legale contesta l’ipotesi d’accusa sostenendo che Alilaguna è una società privata e dunque non sarebbe configurabile il peculato (reato proprio dei pubblici ufficiali), ma semmai una meno grave imputazione di appropriazione indebita. Nel tentativo di definire il procedimento evitando il carcere al suo cliente, l’avvocato Fabris ha formulato una proposta di patteggiamento, ma la procura non ha prestato il consenso, ritenendo evidentemente incongrua la pena proposta, attorno ai due anni, con la sospensione condizionale. In caso di mancato accordo sull’applicazione della pena si farà il processo.
      Il dipendente finito sotto accusa ricopriva un ruolo particolarmente delicato all’interno di Alilaguna: aveva il compito di fornire i biglietti ai marinai incaricati poi di venderli a bordo. Stando a quanto accertato dagli inquirenti, l’uomo avrebbe ripetutamente consegnato ai marinai blocchetti con i biglietti, facendosi pagare contestualmente per un importo superiore ai tagliandi successivamente dichiarati all’azienda. In questo modo, a forza di 12 euro per ogni biglietto, la "cresta" si sarebbe fatta consistente. L’indagine non ha portato alla luce responsabilità di altre persone. Gianluca Amadori
 
 
Il Gazzettino, Giovedì 28 Aprile 2011,
Prima di Alilaguna, è toccato ad Actv restare vittima di dipendenti infedeli, scoperti ad appropriarsi somme di denaro attraverso trucchi di vario tipo nella vendita di titoli di viaggio del ferry boat. L’inchiesta nei confronti di cinque bigliettai si è conclusa lo scorso dicembre con il patteggiamento di 2 anni due anni di reclusione, con la sospensione condizionale della pena, per il reato di peculato. In quattro hanno risarcito il danno versando all’Azienda di trasporti poco più di 20 mila euro, rinunciando ad impugnare il licenziamento. Nei confronti dell’altro imputato, il primo ad ammettere i propri addebiti collaborando alle indagini, Actv potrebbe avviare una causa civile per ottenere il risarcimento. Ad "inchiodare" i cinque bigliettai alle rispettive responsabilità la procura ha depositato le videoregistrazioni effettuate dai carabinieri della sezione di polizia giudiziaria nelle biglietterie.
      Una seconda inchiesta riguarda altri sette dipendenti di Actv e Vela che nell’estate del 2008, furono denunciati dai carabinieri i quali scoprirono che, in alcuni dei principali sportelli della città, i bigliettai rifilavano agli ignari turisti venivano biglietti elettronici di traghetto da 2 euro, al posto di quelli ordinari da 6 euro e mezzo, riuscendo così ad intascare la differenza di 4,5 euro
 
 

 

TRIBUNALE La giovane ha accettato di risarcire il "debito", Vela non si è costituita parte civile

Intascava i soldi dei biglietti: patteggia

Un anno e sei mesi a una dipendente di 23 anni che aveva trattenuto per sé 48mila euro di incassi

Martedì 8 Febbraio 2011,

Per mesi si era intascata gli incassi delle biglietterie Actv in cui lavorava, con un contratto a a termine, in giro per Venezia. Quando quelli di Vela se n’erano accorti, e avevano denunciato il tutto, erano già spariti 48.000 euro! Per questa vicenda, ieri, davanti al Tribunale di Venezia, Laura Sambo, 23enne di Chioggia, ha patteggiato un anno e sei mesi per peculato, con la sospensione condizionale. Una pena concordata dal suo difensore, l’avvocato Giuseppe Vio, con il pubblico ministero, Paola Tonini, titolare di molte inchieste sui dipendenti infedeli di Actv. Vela ha rinunciato a costituirsi parte civile in questo processo, in quanto la giovane ha sottoscritto un "riconoscimento del debito" per un valore di 48.000 euro, pari all’ammanco, con l’impegno a restituire il tutto a piccole rate. In questi mesi ha già versato qualche migliaio di euro, ma questo non le è bastato a ottenere l’attenuante prevista per chi risarcisce il danno. Nel conteggio della pena, però, a favore dell’imputata, ha pesato il fatto che era incensurata.
      Un’altra storia di dipendente infedele, questa della giovane di Chioggia, che era diventata pubblica già l’estate scorsa, insieme a quella di una seconda giovane bigliettaia in servizio a Mirano che era riuscita a far sparire, sempre nell’arco di pochi mesi, ben 60mila euro. Entrambe avevano contratti a tempo determinato. E per mesi avevano continuato a intascare gli incassi delle biglietterie in cui lavoravano, senza che nessuno intervenisse. Un particolare, questo, che aveva fatto discutere. Vela si era difesa sostenendo che per questo genere di controlli c’era voluto del tempo. Nel caso di Laura Sambo, in particolare, gli ammanchi sarebbero continuati dall’ottobre del 2009 al marzo dell’anno successivo. Ben sei mesi in cui la bigliettaia sarebbe riuscita a intascare i 48mila euro. Un fenomeno, questo dei dipendenti disonesti, di cui si parla ormai da un paio d’anni in Actv. E che ha spinto la stessa azienda a intensificare i controlli. Complessivamente, negli ultimi due anni, i casi venuti alla luce sono stati una ventina.

 
 

 

 
 
 
Il Corriere del Veneto 28 ottobre 2009

VENEZIA — Bigliettai Actv di nuovo sotto i riflettori. Un anno fa l’inchiesta della magistratura sulle «creste» ai turisti, stavolta un servizio del telegiornale satirico «Striscia la Notizia» a firma di Moreno Morello. Servizio che mette ancora una volta sul banco degli imputati alcuni dipendenti dell’azienda dei trasporti veneziana. Come allora, anche in questo caso, una questione di soldi. Resti, ad essere precisi. Che, secondo quanto testimoniano le telecamere Mediaset, sarebbero stati spesso inferiori a quanto dovuto. E il servizio finisce a pugni e spintoni. Moreno Morello è andato in laguna per puntare il dito su una questione che in molti avrebbero segnalato alla trasmissione di Ricci. Ossia la «confusione» fatta da alcuni impiegati di biglietteria nel restituire il resto agli utenti, «soprattutto stranieri». E per verificare le segnalazione ecco che si presentano, contanti alla mano, numerosi finti utenti. Diverse le reazioni degli impiegati, ma stesso canovaccio: resto insufficiente.

La trasmissione ha così suddiviso i vari bigliettai in casistiche differenti. Prima tipologia: il bigliettaio timido. Che «sbaglia il resto ma con temperanza». Poi c’è il «bigliettaio efferato»: non più la mancanza di un solo euro ma molto di più. Infine il «bigliettaio irrazionale», ovvero quello che va «contro tutte le leggi della matematica». Truffe, insomma, secondo il telegiornale satirico. Che termina in rissa. Alla provocazione di un ulteriore finto cliente presentatosi allo sportello con 6 euro e 50 centesimi in piccole monete, lo stesso bigliettaio «irrazionale» prima lo insulta e poi esce dalla cabina e sferra un violento spintone all’uomo che finisce a terra sull’imbarcadero. All’ingresso di Morello in scena che attacca con violenza il dipendente di Actv accusandolo di sottrarre denaro agli utenti, da parte di quest’ultimo... nessuna reazione.

 
 

 

TRIBUNALE Erano accusati di aver intascato i soldi invece di versarli alle casse dell’azienda

Bigliettai "infedeli" patteggiano 2 anni

Actv avvia le procedure per ottenere il risarcimento anche dal quinto dipendente indagato

Venerdì 24 Dicembre 2010

 

Hanno tutti patteggiato due anni di reclusione (pena sospesa) i cinque bigliettai finiti davanti al gup per aver intascato i soldi dei tagliandi di viaggio. Ieri il giudice Roberta Marchiori ha accolto il patteggiamento per Hugho Sari Victor, 32 anni di Spinea, Guerrino Vianello, 57 anni del Lido (difesi dagli avvocati Renato Alberini e Augusto Palese), Paolo Mantovani, 54 anni di Marghera, Fabio Vianello, 57 anni di Spinea (difesi dall’avvocato Maria Rosa Cozza) e Ciro Coppola, 53 anni di San Donà di Piave (avvocato Ennio Della Gaspera).
      In un primo momento il pm Paola Tonini aveva rifiutato il patteggiamento, poi la situazione è cambiata dopo che 4 imputati hanno versato 22mila euro a testa e hanno rinunciato ad impugnare il licenziamento. Per Coppola, che non ha effettuato il versamento (è stato il primo ad ammettere i propri addebiti collaborando alle indagini) l’avvocato Marco Vianello, in rappresentanza dell’Actv, si è costituito parte civile puntando ad un pagamento di 45mila euro.
      Ad "inchiodare" i cinque bigliettai alle rispettive responsabilità c’erano le videoregistrazioni effettuate dai carabinieri della sezione di polizia giudiziaria nelle biglietterie del Tronchetto e del Lido: per alcune settimane gli indagati erano stati "immortalati" mentre rilasciavano ad ignari turisti biglietti contraffatti (fotocopie di quelli cartacei, ancora utilizzati in caso di guasto del sistema Imob). Oppure mentre incassavano somme di denaro (inferiori al prezzo del biglietto) da amici, conoscenti o utenti abituali, senza rilasciare loro alcun titolo di viaggio; denaro che invece di essere depositato nelle casse dell’Actv sarebbe finito direttamente nelle loro tasche.
      Da qui l’ipotesi di peculato. Nel capo d’imputazione erano contestati una decina di episodi, avvenuti tra la fine del 2009 e l’inizio del 2010, con l’indicazione delle vetture che i bigliettai avrebbero fatto salire a bordo del ferry con le modalità incriminate, nonché il possesso di complessivi 15 mila euro di cui erano accusati di essersi appropriati.


 

TRASPORTI Un carabiniere l’ha seguita fino a Murano e smascherata

Senza biglietto, denunciata

Una bellunese si è finta turista spagnola per sfuggire alla sanzione


Domenica 28 Novembre 2010,

Ha finto di essere una giovane turista inesperta, di non saper parlare l’italiano, di non avere documenti con sè... E quando il controllore dell’Actv le ha chiesto le generalità, ha ben pensato di inventarsi anche un nome e un cognome spagnoli. Che cosa si fa pur di non pagare il biglietto! Stavolta, però, all’intraprendente "portoghese" è andata male, perché nel motoscafo dell’Actv c’era anche un carabiniere (in abiti civili) che, poco prima, l’aveva sentita parlare al cellulare in perfetto italiano. Il militare ha voluto andare a fondo. E la sceneggiata, alla fine, è costata cara alla giovane: una denuncia a piede libero per false attestazioni a pubblico ufficiale.
      Il fatto risale a tre giorni fa. Protagonista, suo malgrado, una 25enne residente del Bellunese, ma domiciliata a Venezia dove lavora come operatrice sanitaria a domicilio. Quella mattina stava andando a Murano per lavoro. Quando sul motoscafo è salito anche il controllore, la giovane ha deciso di recitare la parte della spagnola. Il tutto sotto gli occhi del carabiniere che l’aveva appena sentita chiacchierare al cellulare in italiano. Il controllore ha stilato la sua multa all’indirizzo della fantomatica turista spagnola. Ma quando la donna è scesa a Murano, il carabiniere ha deciso di seguirla. Senza esitazione, l’operatrice si è diretta verso la casa in cui era attesa, ma a quel punto il carabiniere l’ha fermata per un controllo. E la 25enne ha confessato tutta la verità. L’ennesimo episodio che conferma la vecchissima abitudine di non pagare i biglietti del trasporto pubblico.
 

ACTV Bigliettai mani di fata, La Nuova Venezia 10 agosto 2008

 

Il Corriere del Veneto

Bigliettai Actv sospesi Trovati in tasca mille euro

«Cresta» sul ticket del ferry, il pm chiede l’interdizione Le indagini: appostamenti alle casse e controlli sulle auto

 

VENEZIA - Durante le perquisizioni di martedì, uno di loro aveva in tasca mille euro. Quasi lo stipendio di un mese in un solo giorno, «rubato » - secondo l’accusa - ad Actv. È per questo che la società dei trasporti veneziani avrebbe ipotizzato che i sei bigliettai indagati per peculato in concorso possano aver sottratto fino a un milione di euro all’anno alle casse aziendali, visto che operavano su una linea molto redditizia: il ferry boat tra il Tronchetto e il Lido, che fattura circa 10 milioni ogni dodici mesi. Per tutti, salvo che per uno a cui è contestato un solo episodio, il pm Paola Tonini ha chiesto l’interdizione dai pubblici uffici, su cui si dovrà esprimere il gip Luca Marini non prima di averli interrogati. Ieri è stata anche avviata la procedura di sospensione «dal soldo e dal servizio», ormai ben nota alle cronache visto che si tratta del quarto caso di bigliettai infedeli in poco più di un anno e mezzo.

Un mese e mezzo di indagine dei carabinieri della sezione di polizia giudiziaria è bastato per raccogliere una valanga di prove nei confronti dei sei bigliettai. Quattro di loro sono dipendenti di Actv, due invece di Vela, tra cui l’unico lavoratore stagionale coinvolto. Le loro età vanno dai 25 ai 54 anni, abitano a Venezia (compreso il Lido, Mestre e Marghera), San Donà e Spinea. Cinque sono italiani, mentre uno di loro è ecuadoriano, pur vivendo qui da alcuni anni. La sezione ha effettuato circa una trentina di servizi di osservazione, in varie fasce orarie: i militari della procura si sono messi alle biglietterie per controllare i comportamenti dei dipendenti Actv e Vela, ma hanno anche controllato numerose macchine scese dal ferry, riscontrando che avevano dei biglietti falsi oppure non li avevano proprio. «A fregarli è stata l’ingordigia », dicono gli inquirenti. Oltre ovviamente ai nuovi sistemi informatici di Actv, che registrano in tempo reale tutti i passaggi e tutte le alzate della sbarra, comprese quelle non associate all’emissione del ticket (per esempio nel caso di ambulanze o forze dell’ordine). Ma ad un certo punto ci si è resi conto che le alzate «a vuoto» erano un po’ troppo frequenti. «Una reiterazione impressionante», continua chi ha indagato riferendosi ai cinque per cui è stata richiesta l’interdizione.

Nel corso delle perquisizioni sono stati trovati circa 15 mila euro tra armadietti e abitazioni, oltre a vari tagliandi falsi, con cui venivano coperti gli accessi «impropri». L’ipotesi degli investigatori è che in realtà una piccola parte fossero i veri truffati, mentre nella maggior parte dei casi si trattasse di passeggeri habitué che pagavano cash, ovviamente a cifre inferiori, direttamente nelle tasche dei bigliettai. In un primo momento si era infatti addirittura ipotizzata la corruzione o la concussione. Ora il pallino è in mano ad Actv e al gip Marini. La prima è già partita con l’iter che porterà probabilmente al licenziamento. La situazione è più simile a quella dell’agosto 2008, quando sette bigliettai finirono anch’essi indagati per peculato per aver fatto la cresta sui tagliandi, che a quella del servizio di «Striscia la notizia» dello scorso ottobre. Anche nel caso di un anno e mezzo fa l’indagine era nata da un esposto dell’azienda e con in mano i controlli dei carabinieri i sette sono stati tutti estromessi dall’azienda. Più debole invece la «prova» del servizio di Striscia: dei quattro dipendenti ripresi uno si è licenziato, l’altro è sospeso non per aver rubato ma per aver spinto a terra Moreno Morello, mentre gli ultimi due sono stati reintegrati.

Alberto Zorzi
15 aprile 2010


 

 

 

Biglietti falsi, affare da 10mila euro

Tanto avrebbe incassato il marinaio chioggiotto dell’Actv che si fabbricava i tagliandi in casa


Venerdì 19 Febbraio 2010,

La truffa sarebbe andata avanti almeno da settembre. E in questi mesi il marinaio "infedele", che vendeva biglietti fatti in casa agli ignari passeggeri dell’Actv, avrebbe incassato qualcosa come 10.000 euro. Nuovi particolari dell’indagine che ha portato alla denuncia, a piede libero, di un 44enne di Chioggia, dipendente dell’azienda di trasporti. Il fascicolo, in questo momento, è sul tavolo del pubblico ministero di Venezia, Michele Michelozzi, che ha formulato due ipotesi di accusa: oltre alla truffa ai danni dell’Actv, anche il falso, per quei titoli di viaggi fabbricati in casa con l’aiuto di uno scanner. L’inchiesta, in realtà, nel giro di poco tempo potrebbe già essere chiusa. L’accusa ha infatti già molti elementi in mano. Tutto è partito da un’indagine interna dell’Actv, che insospettita da alcuni biglietti un po’ strani, ha sguinzagliato i suoi ispettori privati. Raccolti una serie di elementi a carico del marinaio chioggiotto, ha quindi inviato una segnalazione alla Procura che, a sua volta, ha messo in campo gli uomini della polizia giudiziaria. Sono stati loro, nell’ultimo fine settimana, a cogliere sul fatto il marinaio-falsario, che stava piazzando i suoi biglietti a bordo di un vaporetto in servizio notturno lungo il Canal Grande. É seguita una perquisizione a casa del chioggiotto dove sono stati sequestrati materiali e attrezzature utilizzate per fabbricare i biglietti falsi. Tagliandi molto somiglianti a quelli veri, ma che ad un esame più attendo rivelano la loro natura taroccata. L’Actv, da parte sua, ha già avviato l’iter per la sospensione dal lavoro del marinaio e il suo successivo immediato licenziamento.

 

L CASO A Rialto due turisti contestano il resto, arriva una volante della Polizia

Actv, spuntano altri furbetti

Un controllore di Chioggia stampava in casa falsi biglietti: denunciato


Giovedì 18 Febbraio 2010,

IL FALSARIO
      Un bigliettaio chioggiotto di 44 anni è stato denunciato per truffa per aver contraffatto i biglietti Actv per il settore navigazione con uno scanner. L’uomo è stato bloccato dagli ispettori Actv e dagli agenti della Polizia in flagranza di reato a bordo di un vaporetto. «Condanniamo con fermezza questo episodio - dice il presidente dell’Actv, Marcello Panettoni - Tutto ciò danneggia l’immagine della città».
      LA CASSIERA
      Gli agenti di una Volante sono intervenuti martedì, attorno alle 16.45, a Rialto dove una coppia di turisti lamentava un resto diverso da quello previsto. Sul posto, i poliziotti hanno chiesto alla cassiera di contare i soldi in cassa. Risultato: un disavanzo di 43 euro. Vela, la società che gestisce le biglietterie, smentisce.

Navarro Dina a pagina V


 

 

Giovedì 18 Febbraio 2010,

Questa volta l’hanno beccato con le mani nel sacco. Anzi, con le mani nei biglietti. Falsi. Tutti rigorosamente contraffatti, ma simili a quelli "cartacei" di un tempo e che - fino al prossimo ingresso dei cosiddetti biglietti palmari a bordo - sono ancora utilizzati per pagare la corsa quando si è preso al volo il vaporetto. Ma questa volta, niente ticket. Al posto dell’ignaro viaggiatore, il bigliettaio ha trovato gli ispettori dell’Actv che, dopo averlo sorpreso, hanno chiamato la Polizia.
      Così è finito nei guai un marinaio 44enne, residente a Chioggia, che nella notte tra il 15 e il 16 febbraio scorso, è stato colto in flagrante mentre vendeva biglietti Actv a bordo di un vaporetto di linea dopo una serie di investigazioni e controlli al suo operato da parte della stessa azienda e delle forze dell’ordine. A quanto pare, secondo la ricostruzione di Polizia e azienda, il "sistema" andava avanti da un po’ di tempo. L’uomo si "fabbricava" da solo i biglietti a domicilio con uno scanner.
      Nei suoi confronti l’azienda ha deciso immediatamente di sporgere denuncia per truffa ai danni dei clienti e della stessa Actv. Nel frattempo è scattato l’iter per la sospensione dal lavoro e anche la procedura per l’immediato licenziamento. «Non possiamo che condannare con assoluta fermezza questi episodi - sottolinea il presidente dell’Actv, Marcello Panettoni - Desidero ringraziare tutti gli investigatori per l’aiuto e la velocità in cui è stato possibile individuare la truffa e altresì tutto coloro che collaborano con l’azienda segnalando casi sospetti, per poter fare in modo che non si verifichino questi spiacevole episodi che minano l’immagine della città, dell’azienda e di tutti i lavoratori onesti che ne fanno parte».
      Ieri, intanto la Questura ha reso noto che una pattuglia è intervenuta martedì grasso verso le 16.45, all’approdo di Rialto per la contestazione di una coppia di turisti straniera che riteneva di aver ricevuto un resto diverso dall’ammontare complessivo del biglietto. Sostanzialmente i due stranieri avevano acquisto due biglietti, ottenendone ricevuta, per un costo complessivo di 16 euro adducendo poi di aver ricevuto un resto di 13 euro. Di conseguenza, i due hanno chiesto l’intervento di una pattuglia delle Volanti che ha effettuato un sopralluogo, chiedendo poi alla cassiera di fare un conteggio di cassa. Al termine è risultato un disavanzo complessivo di 43 euro. A quel punto i due turisti, che si sono visti consegnare altri tre euro di resto, sono stati edotti dai poliziotti delle facoltà di legge per una denuncia. Sul caso, invece, Vela che gestisce il sistema delle biglietteria, ha completamente smentito l’episodio.

 


 

Actv Bigliettai mani di fata. Abilissimi nel dividere i soldi tra cassa e le loro tasche. La Nuova Venezia 10 8 2008
 

Il gazzettino 8 agosto 2008 Venezia, L'Actv sospende dal lavoro i bigliettai indagati.

 


 

 

 


 

 

 

 

: penzo.gilberto