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Rottamazione di imbarcazioni tradizionali

 
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  Vaporetti tagliati
   
 
 
 
 
 
 
 
 
 

 

Una delle difficoltà aggiuntive per la conservazione del patrimonio navale tradizionale sono gli incentivi che vengono dati ripetutamente stanziati per la rottamazione delle barche da lavoro. In pratica lo Stato italiano o la Comunità europea  stanziano fondi consistenti per il rinnovo o la riduzione del parco barche da lavoro. Per accedere a questi fondi il proprietario di una licenza di navigazione o di pesca deve distruggere una o più barche vecchie in presenza di un funzionario che certifichi la definitiva inutilizzabilità degli scafi.

In questo modo però sono stati distrutti molti scafi storici di cui rimaneva un solo esemplare. A nulla sono valse le nostre richieste di deroga a questa normativa, pur dimostrando che le barche sarebbero state restaurate a spese della nostra associazione culturale e non più utilizzate per fini di lucro. 

Questa sorte non risparmia neanche barche "moderne" come i vaporetti che quando sono radiati dal servizio , invece che essere venduti a privati per uso diportistico, sono tagliati a pezzi. Vedi qui

 
La bragagna Leonilda tagliata a pezzi fotografata nel 1989 a Sottomarina, Venezia
 
Altre bragagne e bragosseti tagliati
 
 
Non è un problema solo italiano anche negli altri paesi europei e mondiali ci sono casi simili.

Un peschereccio francese distrutto a colpi di benna

 

Da VeneziaToday

La regione stanzia 4 milioni di euro per la rottamazine delle piccole barche da pesca 2 gennaio 2013
„Da Venzia

Barche da pesca da rottamare? La Regione si impegna per 4 milioni

Approvato il decreto a Roma e primo successo della Giunta nel 2013. Via alla riorganizzazione della flotta veneta. L'assessore Franco Manzato: "Almeno 35 unità interessate tra Chioggia e Venezia"

di La Redazione - 2 gennaio 2013


 
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La regione stanzia 4 milioni di euro per la rottamazine delle piccole barche da pesca 2 gennaio 2013Prime buone notizie dell'anno per pescatori e proprietari di vecchie piccole barche da pesca: poco prima della fine dell'anno il ministro delle Politiche Agricole, Mario Catania, ha sottoscritto il decreto per un bando "mirato" alla "rottamazione" delle imbarcazioni venete della piccola pesca. Con il provvedimento è permesso attivare la procedura per l'acquisizione delle domande da parte delle imprese di pesca venete interessate alla demolizione delle proprie imbarcazioni.

La Regione, già a giugno, aveva approvato, la richiesta dell'assessore Franco Manzato di destinare 4 milioni di euro per la demolizione delle imbarcazioni, come supporto alla riorganizzazione e ristrutturazione della flotta Veneta nel suo insieme. "Il provvedimento della Giunta - ha ricordato Manzato - ha condotto il Ministero a predisporre un bando straordinario rivolto alle imprese che operano a mare con piccole imbarcazioni, finora rimaste escluse da analoghe iniziative".

La domanda di ammissione al premio di arresto definitivo, redatta in carta semplice, dal proprietario, dovrà essere presentata all'Ufficio marittimo di iscrizione della nave (Chioggia-Venezia), entro 60 giorni decorrenti dal giorno successivo alla pubblicazione del decreto sulla Gazzetta Ufficiale. "Si prevede verranno demolite circa 35 imbarcazioni della piccola pesca - ha concluso Manzato - appartenenti al segmento produttivo maggiormente penalizzato dalle recenti normative comunitarie che impongono il divieto dello strascico entro le 3 miglia e l'obbligo di reti a maglia allargata".



 
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