Home

     

 

Gondole in Vetroresina

 
> Torna a News 2010
 
  torna a news 2011
 
   
   
   
 
 
 
 
 
 
 
 
 

 

di Pier Giorgio Pinna

PORTO TORRES. Sedici gondole elettriche. In stile veneziano, certo. Ma rigorosamente made in Porto Torres. Le produrranno proprio qui, nello scalo industriale, i cantieri della Servizi Nautici Asinara. Destinazione? Baku, capitale dell'Azerbaigian: antico centro che vuole lanciare il turismo sul mar Caspio con una serie di modelli di minicittà sulla falsariga di Las Vegas e l'immancabile riproduzione di Venezia. «Per noi questo lavoro segna l'apertura verso i mercati internazionali», commenta soddisfatto il giovane manager della società, Raoul Cermelli.

Ma l'avventura in Oriente rappresenta qualcosa di più per il nordovest dell'isola. Al di là delle aspettative della Sna per una commessa da oltre mezzo milione di euro, quest'impresa è un segnale importante per tutto il territorio.

E per varie ragioni. Nasce da idee locali. È un'iniziativa che, insieme con altre messe su dalla stessa società, si collega alla valorizzazione dei mestieri patrimonio dell'isola. E per un'area divenuta suo malgrado simbolo della crisi attraversata dalla grande industria costituisce una svolta: piccola-grande fiammella di speranza per puntare ancora sull'export di prodotti frutto di un'inventiva che evoca le tradizioni marinare.

Ma com'è nato il piano proprio a Porto Torres? «Con altre sei aziende italiane abbiamo partecipato a una selezione promossa dal governo azero», racconta Cermelli, che appartiene a una famiglia d'imprenditori (il padre, Rodolfo, opera da una vita nel campo degli impianti di sollevamento).

«L'Azerbaigian, grazie ai petrol dollari derivati dall'estrazione del greggio, ha un'economia in forte movimento e ha deciso d'investire sull'industria delle vacanze a Baku - continua l'amministratore della Sna - Da parecchi mesi nella capitale si lavora così per costruire canali e palazzi dalla tipica impronta architettonica veneziana: bene, il nostro progetto si è inserito in questo tessuto in espansione». Già, ma in che modo? «Abbiamo presentato i piani per realizzare una riproduzione, solo parziale naturalmente, delle tradizionali gondole - risponde Cermelli - Modelli non di legno ma di resina. Lunghi 5 metri e 35 centimetri contro gli originali di oltre 10 metri. A propulsione elettrica, non fatti muovere dai remi: lungo percorsi prefissati nei canali funzionano da sole, senza bisogno di guidatori. E hanno solo 4 posti, al contrario di quelle tipiche che possono averne anche 6 o soltanto 2». 


Le imbarcazioni, nere, saranno dotate di comode poltroncine rosse. Color bronzo le cromature dei pennacchi.

Dopo l'esame dei diversi progetti, la scelta delle autorità di Baku è caduta sui prototipi della Sna, ritenuti i migliori per il grande parco in allestimento. Sorprendente che tra le società scartate ce ne fosse che arrivava da Venezia, patria delle gondole.

Ma allora? Che cosa ha convinto della bontà dei prodotti made in Porto Torres i rappresentanti commerciali che hanno svolto l'intermediazione per conto del governo azero? «Francamente non lo so di preciso, perché non esisteva un bando di gara ma c'è stata una semplice analisi delle differenti ipotesi in campo», dice Cermelli. «Con ogni probabilità deve avere colpito il genere di soluzione prospettata dallo studio d'ingegneria navale al quale ci siamo rivolti per la programmazione, insieme con i disegni, la qualità dei materiali e il tipo di lavorazione garantito», aggiunge.

Adesso, per i dirigenti e gli operai della Sna, comincia la corsa contro il tempo. Le sedici gondole saranno consegnate nella mini Venezia di Baku in due tranches successive: otto dovranno raggiungere la capitale dell'Azerbaigian entro novembre, le altre otto alla fine del febbraio 2012. Tutto sarà pronto in vista della manifestazione musicale Eurovision Song Contest, che in giugno richiamerà nel Paese sul Caspio migliaia di visitatori.

Nel frattempo il cantiere nautico di Porto Torres non trascura comunque altre attività già intraprese. In queste settimane carpentieri e maestri d'ascia lavorano al ripristino dello yacht belga Marlene, devastato da un incendio ad Alghero ai primi di agosto. E curano il rimessaggio e la riqualificazione di altre unità private.
«L'idea di dar vita a questo stabilimento, che non ha beneficiato di alcun finanziamento pubblico, mi è venuta nel 2009 facendo il perito navale per una società genovese - spiega Raoul Cermelli - Ho capito che molti problemi non avevano possibilità di venire risolti su scala locale. E che i proprietari in tanti casi erano costretti ad andare in Corsica o in Liguria per ricevere assistenza». Così i primi incarichi per la Sna sono arrivati quasi subito. E ora le commesse si moltiplicano, il business cresce, negli uffici della società si respira un'atmosfera di fiducia.

Le gondole di Baku, insomma, potrebbero portare fortuna sui mercati internazionali. E non solo. «Speriamo che adesso l'autorità portuale doti il molo del travel lift, ossia la gru per tirar su le barche più grandi: ci darebbe la possibilità di ampliare l'offerta estendola a maxi yacht, rimorchiatori e pescherecci oltre le 120 tonnellate», conclude Raol Cermelli. Che, da imprenditore sempre attento ai punti dove soffia il vento favorevole, pensa già ad altre prospettive, a nuovi incrementi di fatturato, alle chance più moderne di espansione.

2 settembre 2011

 

 
Articolo tratto da http://lanuovasardegna.gelocal.it/sardegna/2011/09/02/news/quelle-gondole-made-in-porto-torres-4889853
 
 

 

Da Il Gazzettino 8 aprile 2010
I gondolieri chiedono un marchio più forte

L’offerta di una ditta pugliese di realizzare barche in plastica
provoca la reazione sdegnata dei "pope": «Proposta indecente»

Si sentono colpiti in quello che più credono, ovvero nella difesa della tradizione. E indifesi di fronte a tentativi di imitazione, malgrado esista un’istituzione deputata alla tutela della gondola. Il mondo del remo, primi tra tutti i "pope", fa quadrato davanti all’ultima provocazione di una ditta di Brindisi, che ha offerto all’Ente gondola la propria disponibilità a costruire imbarcazioni in plastica. L’azienda giorni fa ha fatto pervenire la sua richiesta. Non sia mai, hanno risposto da Venezia. 
      Ma la "proposta indecente" ha aperto una questione: come tutelare uno dei simboli della città? Perché, se basta opporre un fermo rifiuto a offerte come quella che è arrivata dalla Puglia, è anche vero che nulla si può davanti a "fenomeni" come le finte Venezia di Las Vegas, Shangai o altre parti del mondo, dove l’interpretazione della venezianità è alquanto flessibile e spesso di dubbio gusto. 
      «Il marchio della gondola e del gondoliere ci sarebbe - dice Aldo Rosso, presidente dell’Istituzione di tutela - ma si può utilizzare solo in laguna. Del resto nessuno può impedire a barman mestrini di vogare a Norimberga, come nelle varie "Venezialand" sparse per il mondo».
      «Una gondola sul lago Ontario non credo faccia male a nessuno - osserva Renzo Scarpa, appena eletto consigliere comunale - Basta che poi, come spesso succede, non ci mettano il motorino. La gondola è ormai riconosciuta come manufatto artigianale storico, al pari di un monumento, ma ci vorrebbe una legge internazionale che ne preveda la tutela, facendo ben capire che l'originalità si trova solo a Venezia e che il resto è solo spuria imitazione, Comunque, non credo vi sia un solo veneziano che preferirebbe vedere gondole non in legno».
      E in effetti uno dei più "accalorati" nella difesa della tradizione è Gianfranco Vianello "Crea", che anni fa diede vita a un acceso dibattito sull’utilizzo del compensato marino nella costruzione di gondole. 
      «Tutti - afferma Crea - dovrebbero sapere che la gondola è una barca personalizzata, artigianale, non ce n'è una uguale all'altra. Proprio mentre si sente l'esigenza di una cantieristica da salvaguardare, c’è chi lancia le proposte degli stampi in plastica, buoni per tutti. Perché a questo punto si dovrebbero avviare i corsi di maestri d'ascia per i giovani? La gondola è costituita da sette legnami diversi; fu Nino Giuponi, fin dal 1945, a suggerire un fondo di compensato marino, per ridurre i costi di manutenzione. Ma sempre di legno si trattava, non di plastica. Ogni secolo ha avuto la sua gondola. Anche noi, ultimi maestri d'ascia, ci diamo da fare per scoprire i segreti che Giuponi e Tramontin si sono portati in tomba. Se non si capisce che il futuro della città è legato alla sua tradizione, allora meglio costruire tutto, non solo le gondole, in vetroresina». 
      Eppure gondolieri e gondole sono presenti nel mondo, gli uni vogatori improvvisati che, con maglietta a strisce, trasportano a pagamento i clienti, le altre comprate usate negli squeri veneziani e poi utilizzate nei fiumi e nei laghi.
      «Parlare di gondola, in bene o in male, rende sempre in pubblicità, come quella che ha cercato l'azienda di Brindisi - conclude Aldo Reato, presidente dei bancali - Motivo in più per ricercare con la nuova amministrazione comunale una definitiva soluzione a tutti i nostri problemi, dal ruolo in città al moto ondoso».

Tullio Cardona


 
 
 
 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

: penzo.gilberto