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La Nuova Venezia 2 ottobre 2011 |
Il cantiere Crea nel capannone Cnomv diventa una
vetreria
Il cantiere Crea alla Giudecca diventerà una vetreria.
Ridimensionati gli spazi per la cantieristica
di Alberto Vitucci
VENEZIA.Il
cantiere Crea alla Giudecca diventerà una vetreria. Il
campione squerariol non smetterà di costruire le
gondole, ma gli spazi a disposizione della cantieristica
saranno ridimensionati e ceduti a un'attività «turistico
artigianale» e a una società americana. La notizia,
clamorosa, è emersa in questi giorni dopo lunghe
riunioni del Cda del Consorzio per la cantieristica
minore, presieduto dallo stesso Crea. «E' vero, non ce
la facciamo più», si sfoga Crea, squerariol e re del
remo. «Tutti promettono ma nessuno in realtà ha a cuore
la nostra cantieristica. Il nostro progetto per istruire
maestri d'ascia ha avuto l'appoggio né del Comune, né
della Provincia e della Regione. Con le nostre risorse
non ce la facciamo più».
Ecco allora il nuovo progetto. Che rilancia l'economia,
ma è sicuramente una dichiarazione di resa rispetto agli
ambiziosi progetti più volte rilanciati negli anni
scorsi per la valorizzazione della cantieristica minore
e delle barche in legno. Dei dettagli del progetto si sa
poco. Ma a quanto pare una grande società americana
sarebbe interessata a vedere esposti nel grande
capannone ex Cnomv prodotti artigianali del vetro di
Murano. Il grande spazio dove Crea si è stabilito
vent'anni fa - prima era a Sant'Elena, agli ex cantieri
Celli - diventerebbe una sala di produzione-esposizione.
L'attività delle gondole sarebbe spostata in un
capannone più piccolo, da dove se ne andrà presto
un'azienda per la produzione di lampade. «I miei clienti
e i miei estimatori possono stare tranquilli», assicura
Crea, io continuo a costruire gondole, ho commesse fino
al 2014. Ma la crisi è grande, e in quegli spazi non ci
stiamo più». Il progetto di impiantare alla Giudecca il
centro della cantieristica minore risale ai primi anni
Novanta. Fu una delle realizzazioni più apprezzate della
prima giunta Cacciari, Negli spazi abbandonati degli ex
cantieri Cnomv il Comune aveva garantito milioni di euro
di intervento per le opere di urbanizzazione. Un
Consorzio di cantieri guidato da Crea, Botte e
Tagliapietra aveva impegnato milioni di euro - allora
miliardi di lire - per avviare i restauri dei capannoni,
affidati in concessione trentennale alle ditte. La
Variante urbanistica ha poi ammesso anche il cambio
d'uso, nell'ambito delle «produzioni artigianali». Uno
dei capannoni è diventato rimessaggio per le barche.
Ossigeno per le attività delle 12 imprese del Consorzio
e dei circa cento dipendenti. «Io amo la mia città, e
non farò mai qualcosa per svendere le nostre
tradizioni», dice Crea, «certo che chi ha davvero a
cuore la cantieristica poteva anche dimostrarlo». Una
crisi, quella della produzione delle barche in legno,
che dunque tocca adesso anche il famoso cantiere di
Crea. I suoi tre giovani collaboratori resteranno a
lavorare con lui nel laboratorio di costruzione delle
gondole. Gli altri troveranno impiego nella nuova
attività. Che dovrebbe partire, dopo i grandi lavori di
restauro nel capannone, già dal primo marzo.
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La Nuova Venezia 24 dicembre 2011 |
Giudecca, la giunta blocca la vetreria nei cantieri
Cnomv
Atto di indirizzo dell’assessore al Patrimonio Bruno
Filippini Bocciato il progetto di Crea. Il Consorzio:
«Faremo ricorso»
VENEZIA
Niente vetrerie negli ex cantieri Cnomv della Giudecca.
La giunta ha approvato un atto di indirizzo che impegna
i dirigenti di Urbanistica e del Patrimonio a far
rispettare la convenzione firmata una quindicina di anni
fa tra il Consorzio della cantieristica minore,
presieduto da Gianfranci Vianello «Crea» e la giunta
Cacciari. «In quel luogo si può fare solo
cantieristica», scandisce l’assessore al Patrimonio
Bruno Filippini. Il progetto di Crea e del Consorzio è
quello di ridurre gli spazi a disposizione della
cantieristica. Lo storico capannone dove Crea ha
prodotto gondole e barche in legno sarebbe
ridimensionato. Gli spazi al piano terra affittati a una
società per la produzione di vetri con visite guidate e
acquisti per i barconi dei turisti. Sono insorti gli
artigiani e molte società dell’isola. Gridando al
«tradimento». «Ma io non ce la faccio più», dice Crea,
«e nessuno mi ha dato una mano quando volevo fondare la
scuola dei maestri d’ascia. Per rientrare dai debiti
questo è l’unico sistema». «La convenzione non prevede
il blocco del cambio d’uso», dice sicuro l’architetto
Francesco Sanvitto, consulente del Consorzio, «il Comune
non può agire ignorando le convenzioni e gli atti
amministrativi in vigore. Faremo ricorso al Tar».
Braccio di ferro in vista, dunque. Perché alla Giudecca
i preparativi per l’operazione sono già iniziati. Tra i
mugugni degli abitanti e di molti soci del Consorzio.
«Ma non ci sarà nessun tradimento, io le gondole
continuerò a farle», dice Cea, «anche se in uno spazio
più ristretto». Il Comune ricorda che le spese per gli
oneri di urbanizzazione sono state sostenute a carico
della collettività, qualche miliardo di lire di allora.
Vincolate però alla destinazione dei luoghi a
cantieristica. Il Consorzio replica sostenendo che le
spese del Comune sono state fatte per i servizi alla
città, e non per i privati, oltretutto venuti
dall’Europa. «Noi ci siano indebitati per decine di
miliardi di lire», ricordano.
ma adesso l’ex tempio della cantieristica – prima navale
poi delle barche – rischia di trasformarsi in un altro
luogo per l’accoglienza dei turisti a caccia di vetri.
Fornace e acquisto sul posto, un centro che farebbe
grande concorrenza anche a Murano. Anche qui sta,
secondo il Consorzio, la ragione dell’opposizione del
Comune al progetto. «Ma noi andiamo avanti», assicura
Filippini, «i cantieri non diventeranno vetrerie».
Alberto Vitucci
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penzo.gilberto |
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