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Coppa America a Venezia America's Cup

 
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Foto da Il Gazzettino di Venezia

Coppa America da 8 milioni
Orsoni: pagano gli sponsor


 

Il Gazzettino, Lunedì 5 Settembre 2011,

Non c’è un momento da perdere, perché il prossimo maggio cominceranno le regate e l’organizzazione americana della Coppa America non ammetterà figuracce stile nuovo palazzo del cinema al Lido. Per quei giorni la base logistica all’Arsenale dovrà essere perfettamente funzionante, l’aeroporto Nicelli sarà il quartier generale dei media e l’intera città verrà coinvolta dalla più prestigiosa competizione velica del pianeta. Portare due tappe della World Series a Venezia è un trionfo personale del sindaco, che ha lavorato in silenzio mettendo in moto tutta una serie di rapporti personali e affidandosi ad Alberto Sonino per la stesura del progetto.
      «Non c’è bisogno di progetti faraonici per ospitare grandi eventi - spiega Giorgio Orsoni - basta presentare un progetto credibile e la città ha tutto il resto. Questo risultato dimostra anche che Venezia può fare grandi cose da sola, senza chiedere aiuto a nessuno». L’investimento necessario a far arrivare il vilaggio dell’America’s Cup si aggira sugli 8 milioni di euro. Ca’ Farsetti, però, non scucirà neanche un quattrino perché arriverà tutto dagli sponsor, con alcuni dei quali sono già in corso contatti importanti. Nel frattempo, il Consorzio Venezia Nuova ha rilasciato una sorta di fidejussione per garantire l’impegno dell’amministrazione. L’idea è però quella non solo di non rimetterci, ma di ottenere qualcosa di duraturo per la città.
      «Qualcosa abbiamo già ottenuto - aggiunge - perché su questa operazione c’è stato l’accordo di tutti gli enti coinvolti nel governo della città, a cominciare dalla Regione, il cui presidente Luca Zaia ha mostrato da subito interesse».
      Un tenace lavoro quello del Comune di Venezia che da circa sei mesi era impegnato per raggiungere l’accordo firmato in questi giorni. Lo stesso Orsoni, a metà agosto era stato in missione a Cascais, in Portogallo, dove si stava disputando uno degli eventi della World Series per prendere visione degli spazi necessari e per cucire gli accordi con i vertici di Coppa America. Accordi che hanno portato al risultato sperato.
      E primi commenti parlano di un grande successo per la città. «Mi complimento con Giorgio Orsoni e Richard Worth – commenta il presidente del Veneto, Luca Zaia – per questa operazione, che sicuramente porterà importanti benefici alla realtà veneziana, ma anche alla promozione e all’offerta turistica di tutto il Veneto. Senza contare – aggiunge Zaia – che la nostra regione può contare su migliaia e migliaia di appassionati, ai quali sarà offerto il meglio del meglio».
      «Il "ritorno" di Venezia - dice il presidente dell'Autorità portuale, Paolo Costa - al centro dell'attenzione mondiale di tutti coloro che amano la vela e il mare fa particolarmente piacere a chi, come l'Autorità portuale e tutta la comunità portuale, lavora ogni giorno per rinverdire la tradizione e la cultura marittimo-portuale di Venezia».
      Anche Gianni De Checchi, segretario della Confartigianato, guarda avanti. «Un risultato eccezionale, un colpo ben assestato - spiega - spero che questa sia anche l’occasione per rilanciare la cantieristica veneziana».
      «Complimenti al sindaco Orsoni - esordisce Francesca Zaccariotto, presidente dell’amministrazione provinciale - penso che questo sia un traguardo davvero importante: il Comune ha portato a casa un ottimo risultato. Credo che con questo avvenimento arriverà anche un turismo di qualità, ma penso anche che tutte le attività del territorio potranno beneficiare di un impulso positivo, non solo turistico, collegato alla manifestazione».

 
 

LA STORIA

La sfida di Gardini con il "Moro"
Nel 1992 a un passo dal trofeo


 

Il Gazzettino Lunedì 5 Settembre 2011,

Il primo a pensarci fu Raul Gardini, quando nel 1992 lanciò con la Compagnia della vela la sfida al San Diego yacht club per la mitica Coppa America. «Se il Moro vince - aveva detto al Gazzettino - organizzerò la Coppa a Venezia, anche se dovessi portare i ventilatori». La battuta era per sdrammatizzare una condizione dominante sul tratto di mare al largo di Lido e Pellestrina: il vento troppo spesso debole per spingere barche lunghe una ventina di metri. Saltato questo sogno, Venezia affiancò il suo nome alla Coppa America sempre grazie a Gardini, con il "Moro di Venezia", costruito dai cantieri Tencara. Un’avventura datata sempre 1992. Con Paul Cayard al timone, il "Moro" vinse la Vuitton sconfiggendo in finale i neozelandesi di New Zealand Challenge e acquisendo il diritto a contendere la Coppa America all'imbarcazione statunitense America con Usa 23, divenendo così la prima imbarcazione di un paese non anglofono a poter ambire alla coppa in 141 anni di storia del trofeo. Il "Moro" venne però sconfitto per 1-4. La barca è stata restaurata alla fine degli anni Novanta e venduta su eBay nel 2006.

 

 
 
 

 

 

 

 

 

 

 

 

: penzo.gilberto