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Bragossi Bragozzi

 
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Il San Nicolò quando era impiegato per le gite turistiche per conto della CIGA (Compagnia Italiana Grandi Alberghi), come si può notare dall'insegna dipinta sulla vela.

 

 
 
Il Bragozzo San Nicolò amorevolmente salvato e restaurato dall'amico Ennio Casson detto "Busiaro" era stato poi acquisito, non senza fatica, dal Museo della laguna Sud di Chioggia.
 

Gilberto Penzo mentre rileva il San Nicolò nel 1998

 

Barche favolose andate alla deriva. Fanno comodo solo quando c'è la RAI, Il Gazzettino, Giovedì 19 agosto 1993

Corsa contro il tempo per l'ultimo bragozzo, Il Gazzettino 14-9-2002
 
 
 

Purtroppo non basta ormeggiare una barca in legno ma bisogna curarla e garantire una continua manutenzione, altrimenti affonda.

Affondato lo storico bragosso del Comune, Diego Degan, Il Gazzettino 24 settembre 2021.

 
A picco il bragozzo restaurato. FI coinvolge la Corte dei Conti, Elisabetta B. Anzoletti, La Nuova Venezia.  

 

L'imbarcazione è stata poi recuperata dai Vigili del Fuoco e portata nel cantiere Cimolin per le riparazioni.

 
Riportiamo un articolo della Nuova Scintilla, del 29 aprile 2021, che descrive la vicenda

Chioggia

Forse si sta aspettando il suo affondamento? Se lo chiede la gente quando passa nei pressi del museo civico della laguna Sud di Chioggia in campo Marconi, nel vedere in quale degrado versa il bragozzo esposto, assieme alla barca da pizzo (che non sta tanto meglio), attraccato alla riva attigua, come sezione galleggiante del Museo archeologico etnografico. Coperta ormai senza segni della precedente impermeabilizzazione, con pittura e pece spariti del tutto. Boccaporti sfasciati, alcuni tenuti fermi da mattoni per l’edilizia.

Tutti segni che in sottocoperta l’acqua piovana è  stagnante. Pitture ornamentali che caratterizzano il tipo di imbarcazione solo un ricordo. Fondo con  “la barba” e incrostazioni lunghissime perché da anni non si fa carenaggio… E tanto altro! Basta avere tempo e occhio… Per non parlare, poi, delle vele, o di quanto resta di esse… chissà a quando risale l’ultima volta che sono state dispiegate per asciugarle.  

Il bragozzo, caratteristica barca da pesca chioggiotta in uso in tutto il secolo XIX fino agli anni quaranta del XX, versa veramente in precarie condizioni e non è certamente un bel biglietto da visita per chi arriva in Città, visto che si trova proprio alla porta d’ingresso via terra di Chioggia o per proporre la Città Capitale della Cultura 2024.  Le due imbarcazioni tipiche sono il dono fatto al Comune dai promotori della Marciliana co-finanziato nel 2003 dalla Fondazione Clodiense,  reso possibile grazie ai contributi dell’allora Azienda per il  Turismo e di numerose associazioni per le attività produttive di Chioggia e di Sottomarina. 

Forse per la sua manutenzione sarebbe il caso di ispirarsi a quanto fatto dai curatori del Museo della Marina di Cesenatico, che hanno provveduto  a plastificare gli scafi delle loro imbarcazioni, in misura impercettibile, ma tale da assicurare un più lento anche se inevitabile degrado del fasciame, delle stoppe e delle pitture.

I soldi per coprire i costi di questo inevitabile e improrogabile intervento, possono essere attinti dai fondi previsti per le imbarcazioni storiche dalle leggi nazionali, regionali ed auropee. Basta saperli cercare e soprattutto avere la voglia di farlo! Purtroppo l’APT non esiste più, ma ci sono ancora Cisa Camping, Gebis, l’Associazione Albergatori e la Fondazione Pesca che quasi 20 anni fa con il loro contributo hanno rese possibile l’acquisto delle due barche. Con il loro restauro sarebbe pure il caso di rivedere tutto il sistema delle concessioni comunali sul Vena e impedire l’attracco ai  grossi motoscafi  rivestiti di orribili teli come fossero ormeggiati in una darsena, mentre, invece, si trovano nel canale più caratteristico del centro storico o addirittura nel canale del Sagraeto. Sarebbe  il caso di riservare solo alle imbarcazioni tipiche almeno il Sagraeto, i punti più belli della riva Vena e i pressi del museo. Perché non si fa come una volta quando  con premi vari si  incentivavano  i proprietari delle barche al terzo ad ormeggiare nel Vena e ad alzare le proprie vele nei giorni festivi?

Ruggero Donaggio

 

Il San Nicolò, l'ultimo"bragosso", rischia di sparire. L'appello per salvarlo di Gilberto Penzo e Giorgio Boscolo. Tullio Cardona, il Gazzettino 5 12 2022.

 
Bisogna salvare l'ultimo bragozzo, La Nuova Venezia, 6 12 2022

 

 
 

Solo pochi spiccioli per il museo acqueo. Definiti gli interventi da attuare con il gettito della tassa di soggiorno. Roberto Perini, Il Gazzettino 7 12 2022.

 
Appello alla regione per salvare le barche storiche, Il Gazzettino 8 12 2022

 
 

 

 

 

: penzo.gilberto