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 Trabaccolo Il Nuovo Trionfo, Rilievo

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  Alaggio 2016
 
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Foto Roberto Terzi

 

Domenica 4 dicembre 2011 abbiamo rilevato lo scafo del Nuovo Trionfo presso il cantiere Co.Na.Var di Chioggia con lo scanner laser. Come per il Marin Faliero (vedi) l'operazione si è svolta grazie alla'opera dell'ingegnere Franco Slomp che ha prestato gratuitamente la sua opera e la sua preziosa apparecchiatura laser scanner Z+F Imager 5006i a differenza di fase con fotocamera integrata.

 

 
 Il rilievo sul campo e successiva realizzazione del piano di costruzione e piano dei legni è un passo fondamentale in ogni lavoro di indagine e restauro su manufatti d'epoca. Solo con l'analisi delle forme e dei dettagli costruttivi e con il loro confronto con altri scafi simili si può pianificare un restauro che possa dirsi tale e non una semplice "riparazione".
 
 
Rilievo del fianco con il laser

 

Due ortofoto de 'Il Nuovo Tronfo', ancora grezze, realizzate da Franco Slomp
 
 
 
 
 
L'incurvatura rovescia della colomba del Nuovo Trionfo
 
Alcune riflessioni generali sul restauro

Il legno è un materiale da costruzione con notevoli pregi ma altrettanti svantaggi legati alla sua intrinseca fragilità alle sollecitazioni, all'attacco di muffe funghi e animali xilofagi. Lo scafo è tutt'altro che monolitico, in pratica è piuttosto un insieme flessibile e molle formato da centinaia di pezzi corti uniti in maniera fragile, e progressivamente lasca, con i chiodi.

La principale deformazione che subisce uno scafo vecchio è quello che porta le estremità a calare progressivamente, un fenomeno ben conosciuto in passato chiamato in veneziano scavesso e in inglese hogging. In pratica durante tutta la sua vita, ricordiamo che il "peso non dorme mai", lo scafo è sottoposto a due forze opposte: il centro dello scafo è spinto verso l'alto dal principio d'Archimede mentre l'estremità pesanti e prive di spinta di galleggiamento gravano verso il basso.

Le forze che agiscono sullo scafo
 
Si nota bene questa deformazione dalla perdita dell'insellatura specie nelle barche come il trabaccolo che hanno la prua molto protesa verso l'alto, formata interamente da doghe massicce ma praticamente priva di volume nell'opera viva. Recuperare questo hogging non è facile, richiede tempo e una quasi totale rimodellazione dello scafo per riportare la chiglia rettilinea.

Un bel trabaccolo appena varato, si noti la notevole insellatura dello scafo.
 
Un altro punto debole del legno è la progressiva marcescenza delle parti alte dell'opera morta, dovuta all'imbibizione di acqua dolce riscaldata dai raggi solari che fa proliferare batteri e muffe. Infatti la carena è quasi sempre in ottime condizioni (teredini a parte) perché immersa nel sale che blocca i microorganismi mentre murata, trincarino e scalmotti sono sempre in uno stato pietoso. Tutti ricordano infatti che i pescatori e marinai ogni sera coprivano lo scafo con teli e lo bagnavano con secchiate di acqua salata.
 
Questo degrado richiede una progressiva e costante sostituzione di parti ammalorate con nuove, tanto che passo dopo passo della barca rimangono solo la parte bassa della costolatura. Sostituzioni che se non fatte a regola d'arte modificano sensibilmente non solo i dettagli la forma stessa dello scafo.
 
Il trabaccolo Marko Polo in "restauro"
 

Fino a qualche decennio fa i lavori di grande o minuta manutenzione erano condotti da squerarioli che avevano almeno visto costruito barche simili e ne conoscevano le modalità costruttive, quindi si poteva stare "relativamente" tranquilli. Bisognava solo evitare di portare una barca in un cantiere lontano dal luogo d'origine; Burano e Chioggia ma anche Venezia e Pellestrina erano delle micro enclave che utilizzavano tipologie di natanti specifiche e non condivise.

Ora è sparita non solo la conoscenza tecnica costruttiva ma anche la memoria dei nomi propri delle parti delle barche, e quando scompare il nome spesso scompare anche l'oggetto corrispondente. 

Quindi, per assurdo, è meglio ripartire da zero e affidarsi ad un cantiere di giovani che suppliscono alla mancanza di esperienza con la curiosità e la voglia di imparare, prima di tutto dalla nave stessa che, se interrogata con calma e attenzione, sa dare già molte delle risposte richieste.

Si pensi a quante domande bisogna rispondere (prima) di sostituire un pezzo: che essenza scegliere, come disporne la venatura, se piegarlo o tagliarlo di convegno, quando e come inserirlo fra le parti originali, che trattamento dargli, ecc.

 
Continua...

 Dopo un lungo lavoro di analisi dei rilievi laser abbiamo terminato il piano di costruzione del Nuovo Trionfo, grazie anche all'assistenza prestata dall'ingegner Franco Slomp.

 

Il risultato del rilievo laser del trabaccolo Il Nuovo Trionfo
 
Il file di lavoro di rhino con le sezioni e le linee d'acqua proiettate sui piani cartesiani
 
Il piano di costruzione definitivo
 
 
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: penzo.gilberto